Tribunale di Novara, amici indebitati per il fallimento della società saranno liberi dai debiti

Un altro successo dell’Avv. Matteo Marini, una coppia di amici indebitati per il fallimento della loro società potranno lasciarsi alle spalle l’incubo dei debiti.

È importante specificare che nel provvedimento de quo, i clienti hanno potuto beneficiare della procedura familiare, nonostante non fossero coniugati, ma per il fatto di avere il medesimo indirizzo di residenza seppur appartenenti a due nuclei famigliari differenti (la procedura familiare è stata introdotta con la legge n. 176 del 18.12.2020, tale disposizione apporta una modifica alla legge n. 3/2012, anticipando così il c.d. Codice della Crisi).

Ai fini di sottostare alla medesima procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, i clienti hanno addotto l’origine comune del sovraindebitamento stesso: la dichiarazione di fallimento della loro società.

Tutto inizia nell’anno 2004, la società dei clienti dell’Avv. Marini fallisce, le cause sono diverse: mancanza di liquidità e concorrenza che colpiva il settore delle confezioni a basso costo.

I soci, però, nonostante la pronuncia di fallimento della società non domandavano l’esdebitazione a livello personale, in questo modo i debiti societari non soddisfatti con il fallimento ricadevano sulle loro teste.

Da quel momento in poi, uno dei due ex soci onorava regolarmente i debiti contratti, ad eccezione di quelli non soddisfatti con il fallimento. La donna, invece, accumulava ulteriori debiti, giustificati dalla necessità di sostenere le spese funebri del marito e per venire incontro ai debiti del figlio, a cui comprava un’autovettura nuova.

Il monte debitorio, sottoposto ad analisi dell’Avvocato Marini era pari a:

  • 000 euro, residuo debiti non soddisfatti con la chiusura del fallimento;
  • 000 euro, debiti contratti successivamente alla chiusura del fallimento;

Il patrimonio dei debitori – messo a disposizione dei creditori – consiste in:

  • un terreno del valore di circa 25.000 euro;
  • un fabbricato del valore di 18.000 euro, attualmente occupato da un parente assistito dagli assistenti sociali;
  • due autovetture;
  • la pensione di vecchiaia e quella di reversibilità del defunto marito di una degli ex soci (1.600 euro netti)
  • Uno stipendio di circa 1.700 euro;
  • ⅕ del tfr maturato e maturando del valore di circa 8.000 euro

Al termine della procedura di liquidazione l’uomo e la donna, decorsi i termini della procedura, potranno beneficiare dell’esdebitazione e liberarsi dei debiti contratti e non soddisfatti.

 

Clicca qui per leggere il provvedimento: Tribunale di Novara – 28.11.22