Padova, liquidazione del patrimonio per ex ditta individuale per € 650.000 di debito

Il cliente dell’Avv. Matteo Marini apriva negli anni ’90 una ditta individuale nel settore edile, purtroppo l’esito di tale attività si rivelava negativo.

Negli anni il debitore riusciva ad auto-finanziarsi per il sostentamento delle spese ordinario, senza far accesso al credito bancario/finanziario.

Nel 2006 l’uomo decideva di acquistare dai genitori un fabbricato ad uso abitativo e un terreno agricolo attiguo con l’obiettivo di realizzare una villa bifamiliare. Per tale motivo, sottoscriveva, un mutuo edilizio di importo pari ad € 300.000,00.

Tuttavia, la villa bifamiliare risultava poco appetibile commercialmente e nonostante i numerosi tentativi di vendita il debitore si trovava costretto a svendere l’immobile al prezzo di costruzione, al fine di evitare l’accumularsi di ulteriori debiti (spese ordinarie, straordinarie e interessi relativi al mutuo richiesto).

A causa di un procedimento subito dal debitore per il risarcimento dei danni per difetti di costruzione di un immobile, la situazione debitoria si aggravava ulteriormente. Tale vicenda, si concludeva con la pubblicazione di una sentenza di condanna per il debitore, la controparte nell’anno 2009 azionava la procedura esecutiva per la vendita di un immobile del valore di € 360.000 (venduto all’asta per € 157.500,00).

Ad oggi pende l’appello avverso questa sentenza di condanna.

A tutto ciò si aggiungevano le vicende penali, in quanto veniva denunciato e condannato per il reato di violazione di domicilio, perpetrato in danno della ex compagna.

Ma vi è di più, il debitore veniva citato dalla madre per la corresponsione di tutte le spese dalla stessa sostenute per le spese funebri del marito, per la pratica successoria ereditaria, per l’imposta di successione versata all’Agenzia delle Entrate nonché per la richiesta di una somma a titolo di assegno alimentare stante il proprio stato di indigenza.

Il debitore negli anni, segnato da tutte le vicende illustrate, decideva di chiudere la propria attività imprenditoriale rimanendo però gravato dalle insolvenze.

L’Avv. Marini consigliava quindi al cliente di procedere con la liquidazione del proprio patrimonio (fermo il fatto che dal 2016 svolgeva l’attività di agente di commercio).

Il debitore metteva quindi a disposizione dei creditori:

1) un ricovero attrezzi/magazzino;

2) la quota ereditaria composta da varie quote di immobili;

3) una provvista liquida mensile 200,00 euro per un periodo minimo di 5 anni.

Decorso il termine di 5 anni, dal momento dell’apertura della procedura, il debitore – se verrà ritenuto meritevole dal Giudice – potrà richiedere ed ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti non soddisfatti con la chiusura della procedura di liquidazione.

 

Clicca qui per leggere il provvedimento: Tribunale di Padova – 15.03.21